Giustizia; Gallo (OCF): “Arretrato vivo e vegeto, altro che abbattimento anticipato, sconcertati da dichiarazioni dell’ANM”

“L’Organismo Congressuale Forense non può che esprimere sconcerto di fronte alle dichiarazioni dell’Associazione Nazionale Magistrati, che si attribuisce il merito di un presunto “abbattimento con largo anticipo” dell’arretrato ultratriennale. La verità è ben diversa, l’arretrato è vivo e vegeto”.

Lo dichiara il segretario dell’OCF Accursio Gallo, che continua: “Il decreto-legge n. 117/2025, approvato dal Governo e ora all’esame del Parlamento, certifica che al 31 dicembre 2024 era stato raggiunto soltanto l’obiettivo intermedio e che, per arrivare al traguardo finale, occorre ancora smaltire oltre duecentomila procedimenti nei tribunali e trentacinquemila nelle corti d’appello. A questo si aggiunge che la riduzione dei tempi processuali si ferma al venti per cento, molto distante dal quaranta per cento richiesto dall’Europa entro giugno 2026”.

“Se davvero l’arretrato fosse stato già eliminato – aggiunge il segretario di OCF – non si spiegherebbe perché lo stesso CSM, con la delibera del 3 settembre 2025, sia stato costretto a ricorrere a misure straordinarie, applicazioni forzate, poteri speciali ai capi degli uffici e proroghe d’emergenza. Né si spiegherebbe perché il Governo abbia ritenuto necessario proporre di mettere all’opera 500 magistrati da remoto, con buona pace del diritto al giudice naturale, da impiegare in via eccezionale per tentare di arginare l’emergenza”.
“Però, va detto che su un punto l’ANM ha ragione: serve davvero una riforma. Una riforma che non si limiti a rincorrere emergenze e statistiche, ma che affronti anche il tema, spesso rimosso, della reale produttività dei magistrati. Non basta rivendicare meriti, occorre misurare e garantire l’efficienza dell’intero sistema, perché la giustizia non può permettersi di galleggiare sulle autocelebrazioni mentre i cittadini attendono risposte concrete” – conclude Gallo.