COMUNICATO STAMPA | OCF: “No a prestazioni professionali gratuite per la pubblica amministrazione e ritiro dell’emendamento al DDL”

Roma, 16 maggio 2022

Contratti pubblici

Organismo Congressuale Forense: “No a prestazioni professionali gratuite per la pubblica amministrazione e ritiro dell’emendamento al DDL”

 

Uno degli emendamenti al Disegno di Legge Delega al Governo in materia di contratti pubblici, approvati l’11 maggio u.s. in Commissione Ambiente della Camera fissa un nuovo, allarmante e inaccettabile principio di portata generale per il futuro codice dei contratti pubblici:

<<Al comma 2 dell’art. 1, dopo la lettera h), inserire la seguente:

h-bis) previsione del divieto di prestazione gratuita delle attività professionali, salvo che in casi eccezionali e previa adeguata motivazione.>>

L’Organismo Congressuale Forense-OCF infatti esprime forte contrarietà a questo emendamento e ne chiede ai suoi firmatari il ritiro non solo perché svilisce la dignità del professionista eliminando potenzialmente il principio della corrispettività nella contrattazione con la pubblica amministrazione ma anche perché contrasta nettamente con i principi e l’impianto del DDL sull’Equo Compenso all’esame del Senato in queste settimane. “Peraltro – spiega Sergio Paparo, coordinatore OCF – il suo contenuto eccessivamente generico lascerebbe troppo spazio alla discrezionalità amministrativa nella individuazione dei casi eccezionali e nelle formulazione delle adeguate motivazioni”.

L’approvazione dell’emendamento – conclude Francesco Del Grosso, referente del gruppo di lavoro “Effettività compenso-fiscalità” – costituirebbe un depotenziamento della già imperfetta disciplina dell’Equo Compenso, che necessita di una estensione e non una di una riduzione delle tutele. La battaglia sull’equo compenso va vista non soltanto in funzione della garanzia – sacrosanta – della dignità e del decoro della nostra professione o come rivendicazione meramente sindacale. Va anzi vista, soprattutto, nell’ottica dell’attuazione dell’effettività della giurisdizione, al fine di garantire una difesa adeguata degli interessi dei cittadini. Continuo a esser convinto che la via maestra – che potrebbe definitivamente risolvere tutte le ambiguità cui si presta l’attuale formulazione normativa – sia comunque quella della reintroduzione della inderogabilità dei minimi tabellari”.

CS Contratti pubblici 16 maggio 2022