Costruire giustizia, prima che la giustizia crolli

Malinconico (OCF): Importante il confronto, ora dall’analisi ai fatti

Il caso Bari, con il Palagiustizia a rischio crollo e il lungo pellegrinaggio della giustizia del capoluogo pugliese dalle tende a edifici non idonei, in attesa che finalmente divenga realtà il “Parco della Giustizia”.
Il caso Messina, con l’accorato allarme del Presidente della Corte d’Appello Galluccio e del Presidente del COA Santoro: “Fate presto, perché se succede qualcosa, i capi degli uffici giudiziari che mille volte hanno scritto chiedendo interventi urgenti declinano ogni responsabilità”.
Fino alla situazione di Roma, minuziosamente descritta dal Presidente dell’Ordine Forense Antonino Galletti: esemplare la situazione della Corte d’Appello della Capitale, che “con 100 mila fascicoli pendenti, costituisce da sola il 20% dell’arretrato italiano. Ebbene, per il settore civile, i magistrati hanno a disposizione per 8 sezioni ordinarie 4 aule, per 5 sezioni lavoro un’aula, per la sezione famiglia e minori un’aula… Che senso ha nominare magistrati, che però non sanno nemmeno dove sedersi per lavorare e non hanno le aule per svolgere le udienze in condizioni di sicurezza?”.
E’ l’istantanea della Giustizia italiana, da Sud a Nord, per come emerge dal convegno sull’edilizia giudiziaria organizzato dai costruttori di Ance e da OCF, l’Organismo Congressuale Forense, da titolo “Costruire Giustizia”.
Fra gli interventi autorevoli, quello del Guardasigilli Alfonso Bonafede: “L’edilizia giudiziaria e’ fondamentale non soltanto per la sicurezza di tutti coloro che entrano in un ufficio giudiziario – spiega il Ministro – ma anche per la credibilita’ della giustizia agli occhi dei cittadini e per la sua efficienza”.
“E’ stata questa un’occasione di confronto importante – spiega il Coordinatore dell’OCF Giovanni Malinconico – che ha permesso di riunire intorno a un tavolo tutti gli attori del sistema giustizia, i magistrati, gli avvocati, il Ministero, i tecnici di Ance. Dunque un momento di crescita positivo, se non altro della consapevolezza di problemi che l’Avvocatura italiana denuncia da anni”.
“La verità – gli fa eco il segretario di OCF, Vincenzo CIraolo – è che l’edilizia giudiziaria in questo paese è largamente inadeguata e soffre di carenza cronica di spazi che, quando ci sono, sono spesso inidonei se addirittura fuori norma o pericolosi per gli utenti”.
“Il quadro insomma è chiaro e, aggiungerei, desolante – conclude Malinconico – per cui ora, dal dibattito e dal prezioso confronto che è il principale risultato di questo evento organizzato con gli amici dell’ANCE, è il momento di passare ai fatti con interventi concreti e coordinati, concordati fra magistratura e avvocatura. Abbiamo insomma tracciato la mappa del disagio e individuato i punti critici. Ora è il caso di affrontarli”.